Dopo l'accordo tra Berlusconi e Sarkozy viene rilanciata con evidenza dai giornali l'ipotesi che una delle quattro centrali nucleari annunciate possa essere ubicata a Palma di Montechiaro. Un giornale mi attribuisce oggi una dichiarazione virgolettata che io non ho rilasciato. Letteralmente: non ho parlato con quel giornalista.
I giornali riferiscono che esisterebbe uno studio del CNR nel quale sono individuati vari probabili siti nei quali istallare una centrale nucleare e, tra questi, il territorio di Palma di Montechiaro. Ho chiesto telefonicamente notizie dello studio al Cnr e mi è stato risposto che la notizia non appare verosimile, in quanto il Cnr non si occupa di ricerca nucleare. Ho mandato una e-mail e attendo, adesso, una conferma scritta. Allo stato la notizia sembra avere, pertanto, solo valenza giornalistica, ma cercheremo di saperne di più nei prossimi giorni. Se, poi, si chiede ugualmente di conoscere il mio parere sulla questione, rispondo che a me sembra soltanto un'idea balzana quella di pensare di poter ubicare una centrale nucleare nel territorio di questo comune. Palma di Montechiaro dispone di un territorio di ridotte dimensioni, che si sviluppa sulla costa, tra Agrigento e Licata.
Un giornalista mi ha riferito che sarebbe stato individuato come sito idoneo perché vicino al mare e privo di problematiche di carattere sismico. In realtà anche il territorio palmese è classificato a rischio sismico e tale rischio grava sull'attivita edificatoria ordinaria, figurarsi su una centrale nucleare.
La costa è collinare, con una orografia molto travagliata: benché dobbiamo sopportare i pali eolici messi su e giù per le colline, appare inverosimile che analogamente una centrale nucleare possa arrampicarsi sulle colline o scendere sul fianco di un calanco argilloso. Poiché non esiste un'area pianeggiante e regolare sufficientemente estesa, fatta eccezione per la piana posta tra la città ed il mare, non pare che si possa individuare un sito idoneo.
D'altra parte metà della costa è tutelata come sito di interesse comunitario, l'altra metà dal vincolo paesaggistico ed è da ritenere che la centrale nucleare non sia perfettamente compatibile con i relativi regimi di tutela.
Ancora, si potrebbe rilevare come in Trentino ed in Germania vi sia stata una grande diffusione di impianti fotovoltaici ed è ben singolare che in Sicilia, "terra del sole", dove gli stessi impianti produrrebbero forse 10 o 20 volte di più rispetto al nord europa, non si faccia molto per incentivare i pannelli solari e si parli di impianti nucleari. Facciano un bel regalo, Berlusconi e Lombardo, alla Sicilia: una politica di massicci incentivi per il fotovoltaico, invece della centrale nucleare!
Infine, si potrebbe anche considerare l'ipotesi nel contesto storico. Tra Palma di Montechiaro e Licata, negli ultimi decenni, sono apparsi vari miraggi di "sviluppo" (se tale può essere considerato). Tutti ubicati nella piana tra Palma e Licata, ma, appunto, per le considerazioni precedenti sull'orografia, non in territorio di Palma, ma in quello di Licata. Negli anni sessanta, una fabbrica per la produzione di alluminio, poi spostata nella Valle del Belice, dopo lo spostamento da quest'ultima a Gioia Tauro del 5° centro siderurgico. Dopo un complesso industriale petrolchimico, per il quale addirittura a Palma si raccolsero anche le domande di chi aspirava al lavoro in fabbrica. Alla fine non si fece nulla: né il 5° centro siderurgico a Gioia Tauro, né la fabbrica di alluminio nel Belice e neanche l'industria chimica a Palma di Montechiaro. Sempre su quell'area, negli anni ottanta si sovrapposero due altre importanti realizzazioni, una centrale elettrica a Carbone e l'aeroporto. Entrambi esistiti solo virtualmente, come, per fortuna, ritengo sia destinata ad una effimera esistenza virtuale anche la centrale nucleare di Palma di Montechiaro.