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Gratitudine al Comandante della stazione dei Carabinieri

Foto di un'auto dei Carabinieri

Comunicato stampa

 Palma di Montechiaro esprime gratitudine ed affetto
al Comandante della stazione Carabinieri, Luigi Marletta
 

Ieri sera i carabinieri di Palma di Montechiaro hanno bloccato una rapina in un supermercato, ad opera di due giovani, poco più che ventenni, armati di pistola. All'intimazione dei carabinieri di arrendersi e posare le armi, uno dei due giovani ha buttato la pistola, l'altro l'ha puntata al volto del comandante della stazione, il maresciallo Luigi Marletta, ed ha premuto tre volte il grilletto. Per fortuna la pistola, poi trovata col proiettile in canna, si è inceppata, e solo il guasto tecnico dell'arma ha impedito conseguenze irreparabili. Come se ciò non bastasse, dopo pochi minuti la caserma dei carabinieri, dove i due giovani erano stati condotti, è stata presa d'assalto dai familiari e probabilmente anche da amici dei due giovani, e nello scontro fisico sono rimasti lievemente contusi due carabinieri. La vergognosa serata palmese si è chiusa con l'arresto dei due autori della rapina e di alcuni dei loro familiari, autori dell'assalto alla caserma.

Desidero innanzitutto rinnovare al maresciallo Luigi Marletta i sentimenti di affetto e di gratitudine che gli ho espresso direttamente, ieri sera, subito dopo i fatti, e stamattina. Sentimenti di affetto e di gratitudine che esprimo, anche, a nome della città, che pur continuando a covare nel suo seno serpi velenose e pur esprimendo, talvolta, comportamenti indegni, ripudia questa violenza barbara e incivile. Estendo i sentimenti di affetto alla moglie ed ai figli del valoroso comandante della stazione Carabinieri di Palma di Montechiaro. Tutti i palmesi onesti hanno trepidato, dopo, informati dell'accaduto e siamo tutti felici che sia andata così. Ma non possiamo dimenticare che un uomo giusto, marito e padre, un servitore dello Stato preposto alla tutela della nostra sicurezza e tranquillità, ha rischiato la vita in un modo balordo e cinico. Rivolgo, anche, un saluto affettuoso ai carabinieri contusi e pubblica gratitudine a tutti gli operatori delle forze dell'ordine, che ho visto all'opera insieme, ieri sera, in uno spirito di solidarietà fraterna, pur nella differenza delle divise.
 
La gravità dell'accaduto non può essere sminuita e ci interroga sulla povertà del nostro vivere civile, che apre con tanta facilità ai nostri giovani la via della violenza e della sopraffazione, del banditismo feroce e disperato; che spinge parenti ed amici ad altre forme di violenza in difesa dell'indifendibile (difenni u to, o tortu o dirittu, come recita il proverbio che sintetizza il familismo amorale, che è purtroppo ancora parte grande della nostra cultura e segno della sua arretratezza). Dobbiamo tutti saperlo: una società che continua a produrre giovanissimi banditi, così determinati alla violenza, è una società senza futuro civile e senza sviluppo. E' deprimente, e deve essere colto come un segnale gravissimo e preoccupante, che pur passando gli anni, tornino, non solo in questa città, ma anche in altre parti della Sicilia che sono state teatro di violenza sanguinaria,  espressioni così gravi di violenza giovanile e di criminalità precoce: segno - guai a non saperlo interpretare - di una società incapace di curare i suoi mali, di educare i suoi figli, di costruire per loro una prospettiva di vita positiva e per se stessa un futuro sereno e normale. 
                                                               Rosario Gallo